Indubbiamente ci sono due linee guida legate alla rappresentazione del corpo e della sua deriva :una è dei corpi molli,obesi,strabordanti alla Lucien Freud ,mentre l”altra porta alla magra scarnificazione, della fisicità di Giacometti.Fra le due linee c’è in mezzo la “normalita” di una focalizzazione più meno oggettiva,dove lo “strabismo” rappresentativo è pressocchè inesistente .Ora per Catia Cannata l’idea di un corpo sembra legata indissolubilmente con la seconda istanza, il perchè è semplicemente nella contigua essenza di figure filiformi e lisce,sorta di alieni dalla testa rasata e per lo più flessuosi ;questà umanità che all’apparenza può sembrare ludica,giocosa e positiva-l’impostazione della messa in scena,le tonalità accese zuccherose e fragranti ,l’apparente simpatia che proviamo immediatamente per queste bizzarre figure c’è lo farebbe intuire- in realtà possiede all’interno del suo dna e ad una ricognizione più approfondita, una sorta di dramma vitalistico.Molti dei lavori poi hanno una deriva autobiografica : vengono rappresentati familiari,amici,tutti ripresi in una sorta di “carosello” esistenziale. Un altro aspetto quantomeno interessante è la messa in scena:ciò che viene rappresentato nei dipinti dell’artista ha sempre alcune costanti formali.La scacchiera è ciò che, anche per metafora, serve all’umanità bizzarra della Cannata per muoversi.Fare le proprie mosse e pagarne lo scotto ;le azioni sono “spostamenti” (“scelte” filosofiche ed esistenziali vere e proprie) e questo lungo l’asse cartesiano del bianco e nero. I cieli sono per lo più azzurri ,oleografici,irreali .Gli interni definiti,geometrici.Cromaticamente c’è una costante per i colori caldi,accesi ,da qui forse l’inganno per “l’apparente” aureola di positiva giocosità dell’insieme,mentre la sottotraccia è, a volte, estremamente conflittuale ,se non addirittura dolorosamente caustica.L’ultimo aspetto che vorrei sottolineare è l’aspetto etico:è indubbio che questa ” bizzarra umanità” rappresentata dalla Cannata,sbaglia e,molte volte,fà “le mosse sbagliate”,perde e cade o soffre di innumerevoli pene nell’inferno dantesco per i suo errori-storia di battaglie perse (Waterloo) e di lacchè impomatati (i portaborse )…Non sembra facile districarsi nella matassa di azioni che compie questa filiforme umanità dolente ,forsè perchè è essenzialmente specchio deformato della nostra stessa umanità a cui apparteniamo e un pò,c’è ne vergogniamo
Gianfranco Ferlazzo
Un’arte attualissima quella dell’artista Catia Cannata:
che attraverso un attento e personalissimo sguardo
sul quotidiano, riesce a regalare al fruitore in uno stile
decisamente minimale opere alquanto incisive, che solo
ad un primo momento sembrano quasi essere frivole e ludiche,
ma se si vuole approfondire, si constata una asssai originale
e riconoscibilissima arte pittorica che ne decreta inevitabiilmente
cosi’un riuscito percorso artistico.
Per quell’esilita’ che si riscontra costante in quelle spilariformi
gambe e colli delle figure e dei personaggi rapprsentati sembra poter
cosi’ritrovare persino un richiamo al grande scultore svizzero
Alberto Giacometti.
Il percorso intrapeso da Catia Cannata ha origini lontane si veda
il dipinto dal titolo “L’Infame”,2004 in esso anche se molto
ibridamente vi sono le basi della sua arte odierna.
Opere che risultano ancor maggiormente ricercate da un equilibrio
estetico le si puo’ scorgere ad esempio in lavori quali:
“Donna in spiaggia”, “La promenade” cosi’ pure “Al ristorante”.
L’augurio piu’ sincero che questa artista possa trovare i dovuti
riconoscimenti alla sua singolare ed unica arte.
Dott.ssa Valeria s.Lombardi
CATIA CANNATA
“ALLA RICERCA DEL LINGUAGGIO”
A BUSTO ARSIZIO AL CAFFE’ DIVINA DALL’1 FEBBRAIO AL 6 MARZO 2012
All’incontro al Caffè Divina del 9 febbraio ci sono stato anch’io: perché è bello conoscere quel che pensa e ci racconta Catia Cannata.
Esplosa da non molti anni al linguaggio pittorico, l’artista Catia sta irrompendo nel mondo dell’arte con un vigore ed una decisione veramente rari.
Sicuramente convinta della sua “ricerca” traspaiono già dagli “assaggi” su tela, esposti al Caffè Divina, e la forza e la spontaneità e la naturalezza.
Tante considerazioni si potrebbero fare analizzando l’eros delle opere: e non poco, scrutando le figure nude ed essenziali.
In definitiva la sua mi pare una ricerca di un linguaggio nuovo, immediato, fatto di simbologia cromatica, di esasperazioni descrittive, di delicate note musicali, e quasi profumate: un modo per essere insieme quasi immersi negli spazi, nelle figure e nei gesti.
Ed ho sognato come d’essere al “teatrino speciale degli ominidi” di Catia Cannata; ma gli scenari astratti, verticali, fondali e schermi non si sviluppano a creare l’obsoleta visione prospettica; bensì su piani orizzontali (contrapposti ad alcuni segnali prospettici) in un linguaggio “piatto” di colori, come a ricercare un nuovo spazio su più dimensioni, tattili e cromatiche.
In questo spazio “nuovo” si muovono le “fu marionette”, oggi gli “ominidi” di Catia: ominidi maschi e femmine, sono essenziali e sono nudi: nella spasmodica ricerca dell’essenzialità umana.
I corpicini, fili di pelle e ossa, e le grandi teste che nascono da una profonda conoscenza del soggetto rappresentato, ti osservano in atteggiamenti ieratici, seduti, sdraiati: ma ti guardano e si guardano con occhi attenti, arguti: e si lasciano penetrare: e qui nasce il silenzioso linguaggio, la “scoperta” di Catia.
Una scoperta che darà sicuramente risultati inaspettati. Sto con il fiato in sospeso, in attesa delle prossime “storie-favola”.
Busto Arsizio, 07.02.2012
Dott. Arch. Paolo Torresan
Attraverso l’analisi delle sue figure, delle leggi fisiche e fisiologiche, quindi delle percezioni artistiche, Catia Cannata, intuisce che chi opera nel campo dell’arte come ricercatrice ha il compito di aiutare l’umanità e scegliere una vita migliore grazie alla pittura, quindi imparare ad ascoltare le vibrazioni dei colori.
La sua pittura nasce sulla base di una evoluzione di pensiero, cioè: una ricerca utopica di un unico lavoro d’arte, creata da un intercambio di linguaggi surreali.
I suoi obiettivi sono la stimolazione dei 5 sensi umani e la creazione di un’opera d’arte totale, senza soffermarsi unicamente al fondamentale rapporto tra colore e suono, ma estendendo i livelli di percezione ad altre forme espressive.
Catia Cannata prende come fonte di ispirazione la vita quotidiana, alternando con pari semplicità i drammi e le gioie di ciò che ci circonda.z
Le sue figure surreali inducono a soffermarsi non soltanto sulla mera visione cromatica ma richiedono necessarie pause di riflessioni.
Quello che non si vede apertamente è racchiuso nel loro interno.
Enzo Cremone
26-01-2012 ARTEVARESE
Incontro con Catia Cannata
Quotidianità, dinamismo, linguaggi diversi e surreali: ecco le caratteristiche dell’arte di Catia Cannata, giovane autrice che, dopo un 2011 ricco di soddisfazioni artistiche, inaugura il nuovo anno con una personale negli Spazi del Divina Caffè a Busto Arsizio.
Busto Arsizio:
Dal 1 febbraio al 16 marzo gli spazi del Divina Caffè ospitano la mostra personale di Catia Cannata. Per un’arte che colpisca i nostri sensi.
La strada dell’arte – Catia Cannata, nata a Pescara nel 1973, inizia il proprio personale percorso nell’arte ancora bambina, ricorrendo al disegno come modo di espressione. Dopo alcuni anni di silenzio, eccola ritornare nel 2011, eccola riprendere un percorso personale, con un’opera dal titolo “Il Passaggio”, iniziata il I gennaio 2011. Da allora non si è più fermata, vivendo un anno ricchissimo di eventi, come la mostra collettiva GRAFFI a Milano, la mostra collettiva 30×30 LIBERE VARIAZIONI CONTEMPORANEE a Torino e l’Esposizione collettiva “ABANO LE TERME DELL’ARTE” ad Abano Terme.
Colore e riflessione. Il percorso di Catia l’ha portata a intuire che chi fa ricerca nel campo dell’arte può aiutare gli altri proprio grazie alla pittura, ascoltando le vibrazioni dei colori. E il linguaggio non è mai unitario, ma fatto di più linguaggi, spesso surreali. E queste figure surreali di Catia inducono ad andare oltre il colore e invitano a riflettere.
Arte dei sensi. Scopo delle opere dell’artista è stimolare i cinque sensi umani e creare così un’opera d’arte totale, senza puntare esclusivamente a colori e suoni, ma anche ad altre forme espressive. Tutto questo a partire dalla quotidianità, fatta parimenti di drammi e gioie, per un’arte dove ciò che non si vede è racchiuso all’interno.
Un incontro con l’artista è previsto per il 9 febbraio 2012, alle ore 18.00.
Mostra personale di Catia Cannata
a cura di Studio Torresan, Laboratorio Zanzibar
Dal 1 febbraio al 6 marzo 2012
Busto Arsizio, Divina Caffè, Piazza Garibaldi 2/A
Orari: dal lunedì al giovedì, dalle 7.30 alle 21.00
Venerdì, dalle 7.30 alle 24.00 – sabato, dalle 8.30 alle 1.00
Manuela Mentasti